Cari lettori, vi lascio alla mia intervista a Grazia Cioce, autrice del saggio enogastronomico: A tavola con Bella ed Edward, recensito da me in questo blog.
Spero troverete questa intervista interessante.
Spero troverete questa intervista interessante.
Buona lettura.
Ciao Grazia, benvenuta nel
mio blog e grazie per avermi concesso questa intervista. Inizio subito con una
curiosità: come nasce l’idea di questo libro?
Ciao,
grazie a te per l'ospitalità!
L'idea
del libro A Tavola con Bella ed Edward nasce prima di tutto dalla mia passione
per la lettura: leggo tantissimo e di tutto. Ma sono anche un' appassionata di
enogastronomia: queste due passioni convergono, appunto, nel mio saggio.
Leggendo mi rendo conto che ho sempre un occhio critico verso tutto ciò che è
un richiamo, esplicito o tra le righe, all'enogastronomia. E leggendo la saga
di Twilight ho notato un retroscena ricchissimo di ricette cucinate o
assaporate dai personaggi che mi ha portato ad una analisi più approfondita,
che poi è sfociata in A Tavola con Bella ed Edward.
Hai due grandi passioni che
ti accompagnano: scrittura e cucina, come riesci a conciliarle?
Queste
due passioni vivono e convivono nel mio tempo libero e a volte sono un tutt'uno,
come nei miei primi due lavori appunto, Cioccolato Fondente Extra ed A Tavola
con Bella ed Edward: scrittura ed enogastronomia si fondono e confluiscono in
forme diverse, come in un romanzo o in un saggio.
Quale personaggio della saga
rispecchia maggiormente i tuoi gusti in fatto di cucina e quale li rispecchia
meno?
Bella,
la protagonista, indubbiamente rispecchia i miei gusti in fatto di cucina:
capisco le sue scelte culinarie e capisco la sua inappetenza quando si
innamora. C'è una trasformazione in Bella che non è solo e semplicemente da
umana in vampira, ma un passaggio sottile tra ragazza che cucina per chi ama e
così se ne prende cura, ad innamorata innapetente. Una trasformazione
"normale" che fa di questo personaggio un volto che sentiamo vicino
per le sue scelte ed il suo carattere.
Non
ho amato, invece, Jessica, una cosiddetta amica di Bella e non ne ho amato le
scelte gastronomiche che, però, rispecchiano la sua personalità in una coerenza
che racconto tra le pagine del mio saggio.
Un
appunto ancora, se mi permetti: ho amato molto il personaggio di Jacob per le
sue emozioni, per il suo percorso di crescita e, quindi, anche per le sue
scelte alimentari. Jacob è un personaggio che fa sorridere sempre e a tavola in
particolare: un amicone col quale mangeresti allegramente di tutto (e di più!)
e le sue ricette sono divertenti e solari, come divertente e solare è il suo
personaggio.
Avrai certamente provato in
prima persona a cucinare le ricette da te riportate nel libro, qual è la
ricetta che consiglieresti in assoluto ai tuoi lettori?
I
pancakes, una ricetta che sprigiona gioia di vivere non solo per il suo sapore,
ma anche per la valenza che ha per Bella: la protagonista li prepara, infatti,
la mattina del suo matrimonio con il bellissimo Edward e li serve a Charlie,
suo padre. Rappresentano la ricetta per eccellenza del cambiamento e di come
questo cambiamento sia accolto con gioia e piena consapevolezza. Ma è anche la
ricetta del distacco: da Charlie, suo padre, dalla sua vita da adolescente,
dalla sua vita da umana.
Mai
distacco fu più dolce, no? È una ricetta di passaggio che sancisce la crescita
di Bella.
La carta vincente della
Meyer è stata quella di trasformare il vampiro in una creatura buona, prendendo
quindi le distanze dai suoi predecessori. Si è così scatenato un boom
letterario in cui si sono susseguite molte altre saghe in cui i vampiri
presentano le stesse caratteristiche di bonarietà. Pensi che passata questa
ondata possa esserci, da parte dei lettori, la volontà di un ritorno al vampiro
classico, caratterizzato dal fascino inquietante di Dracula?
Credo
tu abbia inquadrato benissimo la situazione: la letteratura, come la storia, è
fatta di ritorni ciclici. Siamo partiti dalla figura di vampiri inquietanti,
seppure affascinanti, ma il cui tratto malvagio era del tutto preponderante,
per arrivare a vampiri "buoni", cavalieri dall'armatura scintillante
che salvano le donzelle in pericolo e gli uomini in difficoltà. Dopo i Cullen,
cinematograficamente parlando, è tornato Dracula: un rimaneggiamento della
pellicola di Francis Ford Coppola e del celebre libro di Bram Stoker, ma con
tratti diversi. La saga Twilight ha segnato una linea di confine chiara ed
invalicabile per cui, sebbene si cerchi di tornare alle origini, la
caratteristica emotiva del vampiro, il suo essere fragile pur essendo
indistruttibile, lo rende a tratti "umano", proprio come Edward
Cullen.
Tuttavia,
credo che il futuro letterario ci riserverà grandi sorprese, che non vedo l'ora
di leggere.
È raro che in una saga
Fantasy o Urban Fantasy venga dato rilievo alle pietanze consumate dai
personaggi. Pensi che la Meyer lo abbia fatto anche per tentare di dare un
taglio più realistico possibile ai suoi personaggi, pur trattandosi di creature
fantastiche?
Assolutamente
sì: quello che mi ha subito colpito della scrittura della Meyer è il suo calare
i personaggi nel quotidiano con gesti, azioni, manualità talmente banali che
sono umanissime. Leggiamo spesso infatti di Bella che va a lavarsi i denti, o
che fa la lavatrice, o ancora che prepara le lasagne con un Edward accanto che
le passa gli ingredienti. Una gestualità piccola, semplice, che crea un
realismo che lega fortemente i personaggi alla realtà: paradossalmente, tanto
più questi personaggi sono connessi a questi gesti semplici e quotidiani, tanto
più sono personaggi "fantastici". Anzi, questo filo doppio tra
realismo e fantasy li rende personaggi verosimili, dai tratti così forti che
potrebbero essere reali.
Ci sono altri libri o saghe
di cui ti piacerebbe occuparti in futuro per quanto riguarda l’aspetto
culinario?
Ce
ne sono tante, ma per il momento il mio prossimo lavoro è un romanzo che parla
d'amore e...ricette. Tra qualche mese ti
anticiperò qualcosa. Tieni d'occhio il mio sito (www.graziacioce.com) per le
prossime uscite.
Bella intervista! Permette, insieme al libro A tavola con Bella ed Edward, di comprendere aspetti trascurati da una prima e superficiale lettura dei libri della Meyer. L'autrice, però, ha curato i tratti psicologici dei suoi personaggi fino alle implicazioni alimentari e culinarie evidenziate dal saggio di Grazia Cioce. Dopo la lettura di A tavola con Bella ed Edward vien voglia di rileggere i libri della saga con maggiore consapevolezza e sicuramente allontanando gli eventuali giudizi di letteratura leggera dato il profondo lavoro introspettivo fatto dall'autrice.
RispondiEliminaGrazie per il commento, mi trovi assolutamente concorde! :)
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