martedì 23 settembre 2014

INTERVISTA A PIERLUIGI CURCIO

Cari lettori, ecco per voi la mia intervista al bravissimo scrittore Pierluigi Curcio, autore di "Artorius" e "La stirpe dei re" (ma non solo), recensisiti da me sul blog. 
Vi invito a leggerla perchè è davvero molto interessante, e se non avete ancora letto i suoi libri vi invoglierà a farlo. Non mi resta che augurarvi buona lettura!




Caro Pierluigi, sono molto contenta di ospitarti nel mio blog e ti ringrazio per avere accettato questa intervista. Come sai, recentemente ho recensito “Artorius” e “La stirpe dei re”, i tuoi primi due romanzi storici facenti parte del ciclo arturiano. Perché hai scelto proprio questo genere letterario e com’è nata l’idea di questo ciclo narrativo?
Ciao Silvia. Bello esser qui.
Diciamo che è stata una opzione quasi forzata. Io dovevo scrivere di Lucio Artorio Casto e farlo nel modo più realistico possibile. Da ragazzino, leggendo le avventure di Re Artù o guardando gli innumerevoli film a lui dedicati, mi chiedevo come fosse stato possibile che un personaggio del genere fosse caduto nel dimenticatoio della storia. Non era verosimile, ma neanche con una damnatio memorie. 
Goffredo di Monmouth e Chetrien de Troyes lo pongono come un guerriero medievale. Armature luccicanti, castelli incantati e fortezze imprendibili. Tutto sin troppo moderno se si pensa al contesto storico in cui parrebbe esser vissuto il personaggio. Al che ho cominciato a pormi qualche domanda e ogni dubbio si è dissipato nel leggere gli articoli della Dott.ssa Linda A. Malcor. Ebbene Goffredo di Monmouth non fu il primo a parlare di Re Artù nel XII, ci pensò un monaco  “contemporaneo”, tale Nennio che nel parlare di Artù gli conferisce il grado romano di dux bellorum. Lucio Artorio Casto è realmente esistito e le sue imprese possono aver gettato realmente le basi per il mito arturiano. 
Per farla breve, sentivo di dovergli rendere a mio modo giustizia e, in tutta sincerità, penso di esserci riuscito. Segno qui il link di un articoletto che siega meglio i parallelismi tra i due https://www.facebook.com/notes/artorivs/lucio-artorio-casto-re-art%C3%B9/657505547657016.
Il mio  sforzo è stato quello di fornire una determinata collocazione storica per entrambi i romanzi. 
Se per Artorius vi troverete in pieno impero romano a cavallo tra Marco Aurelio e Settimio Severo.  con “La stirpe dei re” sarete catapultati nel V allorché un veterano delle legioni assurse al rango di imperatore contrapponendosi a quelli di occidente e oriente.

Ci sono stati libri che ti hanno ispirato durante la stesura dei tuoi romanzi?
Non si può dire che mi abbiano propriamente ispirato, ma ho dovuto studiare parecchio. Gli autori che mi hanno accompagnato nel cammino sono stati gli storici Dione Cassio Cocceiano ed Erodiano con le loro Historiae, senza tuttavia dimenticare lo stesso Goffredo di Monmouth. Ho attinto a qualsiasi cosa mi catapultasse indietro nel tempo, comprese le epigrafi tombali, quella di Artorius in primis.

In generale quali libri ti piace leggere e quali sono i tuoi preferiti?
Storia, avventura, mistero, thriller, giallio e non per ultimo il fantasy. Prediligo Bernard Cornwell (Storico) e David Gemmell. (Fantasy)

Quanto è stato complicato operare una ricostruzione storica così dettagliata e che consigli daresti agli aspiranti scrittori di romanzi storici?
Parecchio e l’unico consiglio che mi sento di dare è studiare e chiedere a chi ne sa di più. Non scordo il prezioso aiuto che mi ha dato la stessa Dott.ssa Malcor o Ferdinando Menconi per le tecniche di combattimento dell’epoca.

Anche i personaggi femminili hanno una certa importanza all’interno dei tuoi romanzi, sebbene ci sia una prevalenza di personaggi maschili. Qual è il personaggio femminile al quale ti senti più legato?
Morana e senza tentennamenti. Trattasi di una delle protagoniste di “Artorius”. Figlia di Uther Pendragon e unico e solo amore dell’ufficiale di cavalleria romana, è una donna di indiscusso spessore.

Quanto tempo dedichi giornalmente alla scrittura e cosa fai invece quando non scrivi? Oggi, si sa, non si può vivere di sola scrittura, anche se sarebbe il sogno di molti (me compresa).
Una pagina al giorno è già un buon risultato e, come giustamente dicevi, non ci si vive. (Incrocio le dita mentre lo scrivo.) Ho un lavoro abbastanza ordinario che mi permette nel periodo estivo qualche trasferta  tra castelli e rovine romane. Adoro collezionare miniature e ho casa ridotta a un negozio di oggettistica.

Per concludere puoi anticiparci qualcosa del tuo terzo romanzo e dei tuoi progetti futuri? Pensi di continuare a scrivere romanzi storici o cambierai genere?
Il terzo romanzo è sempre edito in formato ebook dalla infilaindiana edizioni e porta il titolo di “Vendetta”. Ambientato nello stesso periodo de “La stirpe dei Re”, uno dei protagonisti si rivelerà una vera sorpresa per i lettori.
Nel corso degli ultimi anni ho cambiato genere diverse volte. Ho scritto racconti sentimentali, ironici, drammatici, per poi fiondarmi sul western e sull’horror. A tal proposito ho un nuovo romanzo nel cassetto a tinte paranormali ambientato nel luogo più infestato d’Italia: Il castello della Rotta.  Spero di riuscire a piazzarlo entro la fine del prossimo anno.
Altri progetti, sì ci sono, ma niente di ben definito ancora, per cui… taccio.
Sei stata gentilissima, Silvia. Ti ringrazio per questa opportunità.


domenica 7 settembre 2014

LA STIRPE DEI RE

Cari amici, ecco una nuova segnalazione librosa per voi amanti dei libri! 
Pochi giorni fa ho postato la recensione di "Artorius", primo romanzo storico di Pierluigi Curcio, oggi ho recensito il suo seguito "La stirpe dei re", edito sempre da Infilaindiana Edizioni. Il libro è acquistabile online QUI. Vi lascio alla mia recesnione per saperne di più, buona lettura!




RECENSIONE:


Un’antica profezia, una spada infissa nella roccia che nessuno riesce ad estrarre da 250 anni, impugnata per l’ultima volta da Lucio Artorio Casto, una Britannia in tumulto che attende l’Unificatore e tanti nuovi personaggi sono gli ingredienti di questo secondo libro di Pierluigi Curcio, intitolato “La stirpe dei re”, seguito di “Artorius”. 
Stavolta ci troviamo nel V secolo d.C., dunque diverso tempo dopo le vicende del primo romanzo, e abbiamo a che fare con la discendenza di Artorio, a partire da suo figlio Mordred. Quest’ultimo sarà il primo ad essere investito dalla profezia secondo la quale: “I figli di Albion e i figli dei Sarmati deportati avranno un unico Riothamus che li guiderà contro i nuovi invasori. Nonostante il sangue romano che lo percuote, Artorius è stato il primo a dare l’esempio. Suo figlio Mordred ne occuperà il posto e così il figlio di quegli, fin quando le tenebre oscureranno la terra e torneranno anche i giorni della gloria e dell’onore”. 
Ma altri possibili candidati sono anche Embreis e Uther, figli di Mordred e quindi nipoti di Artorio, che inizialmente prenderanno strade diverse, per poi ritrovarsi untiti nel finale da uno scopo comune. 
La Britannia insorge contro Roma, decisa a guadagnare la sua indipendenza e, grazie all’intervento di Costantino III, la rivolta sembra dare inizialmente i suoi frutti. 
L’Impero romano è ormai debole e tutti attendono l’Unificatore della profezia, colui che finalmente unificherà la Britannia.  
Tra amori travagliati ed epiche battaglie, si snodano queste avvincenti vicende che Curcio narra con stile sempre piacevole e coinvolgente. 
Tutta la storia è studiata nei minimi dettagli, così che niente possa essere lasciato al caso, questo dimostra ancora una volta la profonda passione dell’autore per la ricerca e la ricostruzione storica. Trattandosi di un romanzo arturiano, però, oltre a fatti realmente accaduti, Curcio si diverte a tessere le fila di una storia dal sapore epico e mitologico, che è appunto quella di Camelot e di Re Artù. Non si tratta dunque né del solito romanzo storico, a tratti pesante e noioso, né del puro romanzo arturiano, intriso di fantasia e mancante di storicità. 
Gli ingredienti per una buona lettura ci sono tutti ed è per questo che vi consiglio vivamente di leggere “La stirpe dei Re”, naturalmente dopo aver letto “Artorius”. Sebbene questo secondo romanzo possa costituire una storia a sé stante, per seguire il naturale filo logico della narrazione è bene leggerli entrambi. 
Non mi resta allora che augurarvi, come sempre, buona lettura.






giovedì 4 settembre 2014

SEI TU QUELLA GIUSTA

Carissimi lettori, vi ricordate di Erika Cotza? Sono sicura di sì, ebbene questa giovanissima autrice ha scritto un nuovo romanzo edito dalla casa editrice Damster e oggi ve lo presento, sto parlando di "Sei tu quella giusta"
Di seguito potete leggere la mia recensione, il libro è acquistabile QUI. Buona lettura!




RECENSIONE:


Fabio ha da poco rotto con Asia, la sua fidanzata, e quando vede entrare Liviana nel bar dove lavora ne rimane subito affascinato. Liviana, detta Liv, è una bella ragazza di 25 anni alle prese con un fidanzato troppo geloso e spesso violento che le ha tolto ogni libertà. 
Tra Fabio e Liviana è amore a prima vista e lei, in cerca di un lavoro, viene assunta proprio nel bar dove lavora lui. Come andrà a finire tra Liviana e il suo ragazzo? E tra lei e Fabio? 
Anche questa volta l’autrice ha scelto di ambientare la storia nella sua Sardegna, si potrebbe quasi considerare un tratto distintivo dei romanzi di Erika Cotza, un po’ come Nicholas Sparks decide sempre di ambientare i suoi libri nel North Caroline, dove vive. 
“Sei tu quella giusta” è una storia piena di dolcezza e passione, erotismo e amicizia. 
Come per gli altri romanzi di Erika Cotza, anche questo si legge velocemente e piacevolmente, lo stile scorrevole e la trama leggera contribuiscono a farne un libro di evasione. 
L’estate è finita ma non la voglia di leggere, e allora anche se non siete più sotto l’ombrellone concedetevi questa lettura fresca, veloce e soprattutto economica a metà strada tra il young adult e l’erotico! 



ESTRATTO INIZIALE DEL ROMANZO:

Dopo aver passato un'intensa giornata lavorativa, rientrai a casa completamente distrutto.
Il mio capo aveva deciso di assumere una contabile, Giada, sua figlia, poco più che maggiorenne, e questa non faceva altro che provarci con me.
Il padre non si accorgeva di niente.
Per lei, la figlia era una santa, per me invece, era un enorme fastidio.
Dopo che aveva rivelato di volermi, e io avevo gentilmente rifiutato, dicendo che stavo già con una persona, lei non si era data per vinta.
Veniva a lavoro con magliette scollate e minigonne cortissime e quando si avvicinava, faceva sempre finta di inciampare, andando a sbattere sempre contro di me e alla fine chiedendo scusa per la sua sbadataggine.
Come se fossi scemo e non mi accorgessi che lo faceva apposta.
Cazzo, odiavo quella situazione.
Erano le 18 e il sole era già tramontato.
La mia casa era illuminata solamente dalla luce della luna, proveniente dall'enorme finestra del salotto.
Chiusi la porta e posai le chiavi sopra il bancone in marmo bianco della cucina.
Accesi la luce della cappa e mi lavai le mani nel lavandino, dove residui di cemento e tinta scivolarono lungo il tubo di scarico.
«Devo parlarti.»
Sobbalzai.
Asia in una vita precedente doveva essere stata un gatto.
Aveva il passo troppo felpato per i miei gusti.
«Pensavo non fossi in casa» commentai, girandomi per osservarla.
I suoi occhi azzurri erano tristi e spenti e guardavano verso il pavimento, come se non volesse incrociarli coi miei.
«Cos'hai baby?»
Non rispose.
Si sedette sul nostro divano nero di finta pelle.
«Ero in camera» rispose alla domanda precedente, come se non avesse sentito quella successiva. «Siediti» ordinò brusca.
Che diavolo le prendeva?
Mi asciugai con un piccolo strofinaccio di cotone e mi accomodai.
Allungai la mano e tentai di prendergliela ma lei la ritrasse immediatamente.
«Ho conosciuto una persona» annunciò grave, fissandosi le dita delle mani.
Qualcosa tentò di aggirare la mia gabbia toracica, in modo da potermi trafiggere il cuore.
"No, non è possibile".
«Chi?» domandai, tentando di rimanere calmo.
Rallentai il mio respiro.
Perché cazzo dovevo sempre pensare al peggio?
«Un ragazzo» rispose lei, abbassando la testa verso le sue gambe.
I capelli ricci le ricaddero sul viso, nascondendolo quasi del tutto.
Le alzai il mento con le mie dita.
«Cosa intendi dire?»
«Voglio stare con lui.»
Sentii come se una secchiata d'acqua gelata mi investisse in piena faccia. "No, no, no!" pensai scioccato.
«Non sei più felice con me?» domandai triste.
Era ovvio, ma a quanto pare volevo darmi maggiormente la zappa sui piedi.
«Sì... no... non lo so, cazzo, è così complicato!»
Vedendo la sua titubanza, chiesi: «Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«No Fabio... non sei tu.»
«Non sono io…» ripetei le sue parole schifato.
La tipica frase che si usava per lasciare qualcuno. Quanto mi faceva incazzare.
Asia annuì, alzando in quel momento gli occhi sui miei.
«Sono io… mi dispiace.»
Mi alzai in piedi, con uno scatto.
«Potevi dirmelo ieri… come mai hai aspettato proprio il giorno dopo al tuo compleanno per lasciarmi?»
Lo sapeva, cazzo.
Sapeva che voleva lasciarmi, ma aveva aspettato comunque, in modo da ricevere il suo adorato regalo.
«Mi avevi comprato il regalo… non volevo che lo buttassi.»
Il mio stomaco si strinse, diventando come una pallina di carta arrotolata.
«Ma ascolti quello che dici?!» urlai. «È una fottuta macchina, l'avrei rivenduta!»
Il suo imbarazzo fu evidente.
Voleva l'auto, non gliene fregava nulla di me e dei miei sentimenti.
«Sei una stupida superficiale!» esclamai, allontanandomi da lei.
Uscii di casa, sbattendo forte la porta.
Scesi le scale della palazzina il più in fretta possibile.
Non volevo più stare vicino a lei, vicino al nostro appartamento, vicino a tutto quello che avevamo costruito assieme.
Passai accanto all'auto che le avevo regalato la sera prima.
Era completamente azzurra e si intonava perfettamente ai suoi occhi.
Potevo distruggerla, sì, ma sarebbe stato uno spreco inutile.
Se la poteva tenere, tanto era quella che voleva!
Attraversai la carreggiata ed entrai in un vicolo buio e stretto che portava alla parallela della mia strada.
Camminai lungo il marciapiede, fino all'appartamento del mio amico Massimo.
Bussai alla porta e lui aprì quasi subito.
«Spostati» gli ordinai brusco.
«Sto aspettando una ragazza» disse, facendomi intendere che non avrebbe avuto tempo da dedicarmi.
«Ok. Posso dormire qui stanotte?»
«Certo, ma che è successo?»
Mi sdraiai sul suo divano.
«Abbiamo rotto» annunciai.
Il mio cuore venne trafitto dalla realtà.
Avevo pianificato talmente tante cose con Asia ed ora erano andate tutte in fumo.
Cosa ne avrei fatto della mia vita?