giovedì 4 settembre 2014

SEI TU QUELLA GIUSTA

Carissimi lettori, vi ricordate di Erika Cotza? Sono sicura di sì, ebbene questa giovanissima autrice ha scritto un nuovo romanzo edito dalla casa editrice Damster e oggi ve lo presento, sto parlando di "Sei tu quella giusta"
Di seguito potete leggere la mia recensione, il libro è acquistabile QUI. Buona lettura!




RECENSIONE:


Fabio ha da poco rotto con Asia, la sua fidanzata, e quando vede entrare Liviana nel bar dove lavora ne rimane subito affascinato. Liviana, detta Liv, è una bella ragazza di 25 anni alle prese con un fidanzato troppo geloso e spesso violento che le ha tolto ogni libertà. 
Tra Fabio e Liviana è amore a prima vista e lei, in cerca di un lavoro, viene assunta proprio nel bar dove lavora lui. Come andrà a finire tra Liviana e il suo ragazzo? E tra lei e Fabio? 
Anche questa volta l’autrice ha scelto di ambientare la storia nella sua Sardegna, si potrebbe quasi considerare un tratto distintivo dei romanzi di Erika Cotza, un po’ come Nicholas Sparks decide sempre di ambientare i suoi libri nel North Caroline, dove vive. 
“Sei tu quella giusta” è una storia piena di dolcezza e passione, erotismo e amicizia. 
Come per gli altri romanzi di Erika Cotza, anche questo si legge velocemente e piacevolmente, lo stile scorrevole e la trama leggera contribuiscono a farne un libro di evasione. 
L’estate è finita ma non la voglia di leggere, e allora anche se non siete più sotto l’ombrellone concedetevi questa lettura fresca, veloce e soprattutto economica a metà strada tra il young adult e l’erotico! 



ESTRATTO INIZIALE DEL ROMANZO:

Dopo aver passato un'intensa giornata lavorativa, rientrai a casa completamente distrutto.
Il mio capo aveva deciso di assumere una contabile, Giada, sua figlia, poco più che maggiorenne, e questa non faceva altro che provarci con me.
Il padre non si accorgeva di niente.
Per lei, la figlia era una santa, per me invece, era un enorme fastidio.
Dopo che aveva rivelato di volermi, e io avevo gentilmente rifiutato, dicendo che stavo già con una persona, lei non si era data per vinta.
Veniva a lavoro con magliette scollate e minigonne cortissime e quando si avvicinava, faceva sempre finta di inciampare, andando a sbattere sempre contro di me e alla fine chiedendo scusa per la sua sbadataggine.
Come se fossi scemo e non mi accorgessi che lo faceva apposta.
Cazzo, odiavo quella situazione.
Erano le 18 e il sole era già tramontato.
La mia casa era illuminata solamente dalla luce della luna, proveniente dall'enorme finestra del salotto.
Chiusi la porta e posai le chiavi sopra il bancone in marmo bianco della cucina.
Accesi la luce della cappa e mi lavai le mani nel lavandino, dove residui di cemento e tinta scivolarono lungo il tubo di scarico.
«Devo parlarti.»
Sobbalzai.
Asia in una vita precedente doveva essere stata un gatto.
Aveva il passo troppo felpato per i miei gusti.
«Pensavo non fossi in casa» commentai, girandomi per osservarla.
I suoi occhi azzurri erano tristi e spenti e guardavano verso il pavimento, come se non volesse incrociarli coi miei.
«Cos'hai baby?»
Non rispose.
Si sedette sul nostro divano nero di finta pelle.
«Ero in camera» rispose alla domanda precedente, come se non avesse sentito quella successiva. «Siediti» ordinò brusca.
Che diavolo le prendeva?
Mi asciugai con un piccolo strofinaccio di cotone e mi accomodai.
Allungai la mano e tentai di prendergliela ma lei la ritrasse immediatamente.
«Ho conosciuto una persona» annunciò grave, fissandosi le dita delle mani.
Qualcosa tentò di aggirare la mia gabbia toracica, in modo da potermi trafiggere il cuore.
"No, non è possibile".
«Chi?» domandai, tentando di rimanere calmo.
Rallentai il mio respiro.
Perché cazzo dovevo sempre pensare al peggio?
«Un ragazzo» rispose lei, abbassando la testa verso le sue gambe.
I capelli ricci le ricaddero sul viso, nascondendolo quasi del tutto.
Le alzai il mento con le mie dita.
«Cosa intendi dire?»
«Voglio stare con lui.»
Sentii come se una secchiata d'acqua gelata mi investisse in piena faccia. "No, no, no!" pensai scioccato.
«Non sei più felice con me?» domandai triste.
Era ovvio, ma a quanto pare volevo darmi maggiormente la zappa sui piedi.
«Sì... no... non lo so, cazzo, è così complicato!»
Vedendo la sua titubanza, chiesi: «Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«No Fabio... non sei tu.»
«Non sono io…» ripetei le sue parole schifato.
La tipica frase che si usava per lasciare qualcuno. Quanto mi faceva incazzare.
Asia annuì, alzando in quel momento gli occhi sui miei.
«Sono io… mi dispiace.»
Mi alzai in piedi, con uno scatto.
«Potevi dirmelo ieri… come mai hai aspettato proprio il giorno dopo al tuo compleanno per lasciarmi?»
Lo sapeva, cazzo.
Sapeva che voleva lasciarmi, ma aveva aspettato comunque, in modo da ricevere il suo adorato regalo.
«Mi avevi comprato il regalo… non volevo che lo buttassi.»
Il mio stomaco si strinse, diventando come una pallina di carta arrotolata.
«Ma ascolti quello che dici?!» urlai. «È una fottuta macchina, l'avrei rivenduta!»
Il suo imbarazzo fu evidente.
Voleva l'auto, non gliene fregava nulla di me e dei miei sentimenti.
«Sei una stupida superficiale!» esclamai, allontanandomi da lei.
Uscii di casa, sbattendo forte la porta.
Scesi le scale della palazzina il più in fretta possibile.
Non volevo più stare vicino a lei, vicino al nostro appartamento, vicino a tutto quello che avevamo costruito assieme.
Passai accanto all'auto che le avevo regalato la sera prima.
Era completamente azzurra e si intonava perfettamente ai suoi occhi.
Potevo distruggerla, sì, ma sarebbe stato uno spreco inutile.
Se la poteva tenere, tanto era quella che voleva!
Attraversai la carreggiata ed entrai in un vicolo buio e stretto che portava alla parallela della mia strada.
Camminai lungo il marciapiede, fino all'appartamento del mio amico Massimo.
Bussai alla porta e lui aprì quasi subito.
«Spostati» gli ordinai brusco.
«Sto aspettando una ragazza» disse, facendomi intendere che non avrebbe avuto tempo da dedicarmi.
«Ok. Posso dormire qui stanotte?»
«Certo, ma che è successo?»
Mi sdraiai sul suo divano.
«Abbiamo rotto» annunciai.
Il mio cuore venne trafitto dalla realtà.
Avevo pianificato talmente tante cose con Asia ed ora erano andate tutte in fumo.
Cosa ne avrei fatto della mia vita?

Nessun commento:

Posta un commento