domenica 7 settembre 2014

LA STIRPE DEI RE

Cari amici, ecco una nuova segnalazione librosa per voi amanti dei libri! 
Pochi giorni fa ho postato la recensione di "Artorius", primo romanzo storico di Pierluigi Curcio, oggi ho recensito il suo seguito "La stirpe dei re", edito sempre da Infilaindiana Edizioni. Il libro è acquistabile online QUI. Vi lascio alla mia recesnione per saperne di più, buona lettura!




RECENSIONE:


Un’antica profezia, una spada infissa nella roccia che nessuno riesce ad estrarre da 250 anni, impugnata per l’ultima volta da Lucio Artorio Casto, una Britannia in tumulto che attende l’Unificatore e tanti nuovi personaggi sono gli ingredienti di questo secondo libro di Pierluigi Curcio, intitolato “La stirpe dei re”, seguito di “Artorius”. 
Stavolta ci troviamo nel V secolo d.C., dunque diverso tempo dopo le vicende del primo romanzo, e abbiamo a che fare con la discendenza di Artorio, a partire da suo figlio Mordred. Quest’ultimo sarà il primo ad essere investito dalla profezia secondo la quale: “I figli di Albion e i figli dei Sarmati deportati avranno un unico Riothamus che li guiderà contro i nuovi invasori. Nonostante il sangue romano che lo percuote, Artorius è stato il primo a dare l’esempio. Suo figlio Mordred ne occuperà il posto e così il figlio di quegli, fin quando le tenebre oscureranno la terra e torneranno anche i giorni della gloria e dell’onore”. 
Ma altri possibili candidati sono anche Embreis e Uther, figli di Mordred e quindi nipoti di Artorio, che inizialmente prenderanno strade diverse, per poi ritrovarsi untiti nel finale da uno scopo comune. 
La Britannia insorge contro Roma, decisa a guadagnare la sua indipendenza e, grazie all’intervento di Costantino III, la rivolta sembra dare inizialmente i suoi frutti. 
L’Impero romano è ormai debole e tutti attendono l’Unificatore della profezia, colui che finalmente unificherà la Britannia.  
Tra amori travagliati ed epiche battaglie, si snodano queste avvincenti vicende che Curcio narra con stile sempre piacevole e coinvolgente. 
Tutta la storia è studiata nei minimi dettagli, così che niente possa essere lasciato al caso, questo dimostra ancora una volta la profonda passione dell’autore per la ricerca e la ricostruzione storica. Trattandosi di un romanzo arturiano, però, oltre a fatti realmente accaduti, Curcio si diverte a tessere le fila di una storia dal sapore epico e mitologico, che è appunto quella di Camelot e di Re Artù. Non si tratta dunque né del solito romanzo storico, a tratti pesante e noioso, né del puro romanzo arturiano, intriso di fantasia e mancante di storicità. 
Gli ingredienti per una buona lettura ci sono tutti ed è per questo che vi consiglio vivamente di leggere “La stirpe dei Re”, naturalmente dopo aver letto “Artorius”. Sebbene questo secondo romanzo possa costituire una storia a sé stante, per seguire il naturale filo logico della narrazione è bene leggerli entrambi. 
Non mi resta allora che augurarvi, come sempre, buona lettura.






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