Cari lettori, oggi vi consiglio un avvincente thriller archeologico ambientano in Egitto: Codice Pyramid di David Gibbind, edito da Newton Compotn Editori.
Ho già letto altri libri dello stesso autore e mi sono piaciuti tutti. Gibbins è indiscutibilmente uno dei migliori scrittori di questo genere letterario, e per me è anche meglio di Dan Brown. Non ho proprio saputo resistere all'acquisto della sua ultima opera, anche perchè ho trovato l'ebook scontato su kobo store a soli 0.99 cent.
Spero che la mia recensione possa incuriosirvi. Buona lettura.
RECENSIONE:
Il vero protagonista di questo
libro è Akhenaton, il famoso faraone eretico della XVIII dinastia, indubbiamente
uno dei più grandi e discussi sovrani dell’Antico Egitto.
Perché eretico? Perché
fu il primo a credere in un solo dio: Aton. Nel romanzo di Gibbins si espone un’interessante
teoria secondo la quale egli sarebbe proprio il faraone della Bibbia sotto il
quale visse Mosè. Forse un po’ azzardata come ipotesi, ma ricordiamoci che si
tratta pur sempre di un thriller archeologico, non di un saggio storico, perciò
non prendete con le pinze tutto ciò viene detto a riguardo. Mi riferisco
soprattutto agli esperti di storia egizia! Nonostante questo, l’autore ha preso
spunto da alcuni ritrovamenti archeologici per supportare tutta la storia e
renderla così ancor più credibile.
Il secondo grande protagonista
del romanzo è l’archeologo Jack Howard, già presente in altri libri dello
stesso autore. Sarà lui, durante un’immersione subacquea nel Mar Rosso, a
imbattersi nelle prove dell’esistenza di una città segreta voluta da Akhenaton,
che custodirebbe al suo interno un inestimabili tesoro.
D’altronde di questa
misteriosa città vi anche è un testimone oculare, un soldato britannico che nel
1890 finì casualmente in una struttura sotterranea del Cairo piena di tesori e
anfore contenenti preziosi papiri. Nessuno ha mai dato molto credito alla sua
storia, ma Jack è deciso ad andare fino in fondo, soprattutto alla luce delle
sue ultime scoperte.
Il thriller è ambientato ai giorni nostri e, infatti, la
situazione politica dell’Egitto non è delle migliori per intraprendere una
grande ricerca archeologica. Non è un paese sicuro, le autorità non collaborano
e i terroristi sono ovunque.
L’archeologo è convinto che
Akhenaton abbia mandato di proposito il suo esercito di carri a morire nell’inseguimento
di Mosè e della sua gente nel Mar Rosso, così da permettere loro la fuga verso
una città misteriosa. Secondo le evidenze archeologiche ritrovate da Jack, c’è
una buona possibilità che Mosè e il faraone stessero dalla stessa parte e
adorassero il medesimo dio. Una rivelazione a dir poco scioccante che, se
confermata, riscriverebbe intere pagine di storia.
Un romanzo, dunque, in pieno
stile Indiana Jones, che non deluderà gli appassionati di archeologia. Tra
pericoli costanti e scavi effettuati in segreto, vi ritroverete ad attraversare
uno dei periodi più affascinanti della storia dell’Antico Egitto e della Bibbia.
La narrazione scorre veloce, i capitoli sono molti ma brevi. Non ci si annoia
mai.
La bravura di questo autore è, a mio parere, confermata ancora una volta.
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